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1. Vangelo e riflessione
della 3a Domenica di Pasqua. -
2. Riconoscere il risorto – Videoriflessione di don Andrea Caniato – 12 Porte TV – Bologna – da Gloria TV.
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3. Videoriflessione di P. Gennaro Sorrentino – Parte I e Parte II.
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4. La schiodazione del venerdì Santo – Franciscan Multimedia Center su Gloria TV.
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5. Una riflessione di S. Alfonso: Il gran disgusto che dà a Dio il peccato dello scandalo.
“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Lc 24,35-48)
Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
2. “Riconoscere il risorto” – Videoriflessione di don Andrea Caniato – 12 Porte TV – Bologna – da Gloria TV.
3. 3. Videoriflessione di P. Gennaro Sorrentino – Parte I e Parte II.
Parte I.
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Parte II.
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4. La “schiodazione” del venerdì Santo e la sepoltura – Franciscan Multimedia Center su Gloria TV.
5. Una riflessione di S. Alfonso: Il gran disgusto che dà a Dio il peccato dello scandalo.
Lo scandalo è un detto o un’azione, colla quale tu sei causa, oppure occasione al prossimo di fargli perdere l’anima. Questo scandalo può essere diretto ed indiretto. Il diretto è quando tu direttamente tenti ed induci il prossimo a commettere un peccato. L’indiretto è quando col mal esempio o col tuo parlare prevedi la caduta del prossimo, e non lasci di dire quella mala parola o di fare quella mal’azione.
Or questo scandalo, quando è in materia grave, o sia diretto o indiretto, sempre è peccato mortale.
Vediamo ora il gran disgusto che dà a Dio che gli fa perdere un’anima. Per vedere ciò bisogna considerare quanto è cara a Dio ogni anima de’ nostri prossimi. Egli l’ha creata ad immagine sua. Le altre creature le ha create Iddio con un fiat, con un cenno della sua volontà; ma l’anima l’ha creata col suo medesimo fiato: “e soffiò nelle sue narici un alito di vita (Gen 2,7).
Quest’anima poi del prossimo tuo il Signore l’ha amata sin dall’eternità, l’ha creata per essere regina del paradiso e consorte della sua gloria ed in cielo la farà partecipe del suo medesimo gaudio.
Ma soprattutto niuna cosa vale più a dimostrare la stima che fa Dio dell’anima, quanto ciò che fece il Verbo incarnato nel ricomprarla, vedendola perduta per il peccato. E s. Ambrogio, parlando appunto della cura che noi dobbiamo avere della salvezza de’ nostri fratelli, dice: Quanto valga la salvezza dei fratelli lo si conosce dalla morte di Cristo.
Tanto si giudica valere una cosa, quanto vale il prezzo, per cui si compra da un savio compratore; posto ciò, se Gesù Cristo ha comprate le anime col suo sangue, possiamo dire che tanto vale un’anima quanto vale il sangue di un Dio. Onde ci fa sapere poi il nostro Salvatore che quel che facciamo al minimo de’ nostri fratelli o di bene o di male, lo facciamo a lui stesso.
Da ciò si scorge, qual disgusto amaro dà a Dio chi dà scandalo e gli fa perdere un’anima: basta dire che gli ruba e gli uccide una figlia, che per salvarla, egli vi ha speso il sangue e la vita. Perciò san Leone chiama lo scandaloso “omicida”.