14. Vivere per Gesù, morto per noi
Quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto per loro (2Cor 5,15).
Scrive san Bernardo: “Per liberare lo schiavo, il Padre non ha perdonato al Figlio e il Figlio non ha perdonato a se stesso”.
Dopo un tale amore di Dio per gli uomini, ci potrà essere una persona che non lo ami? Gesù è morto per tutti, scrive l’Apostolo, affinché noi vivessimo solo per lui: Cristo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto per loro (2Cor 5,15).
Ma, ahimè, la maggior parte degli uomini, benché Dio sia morto per essi, vivono per i peccati e per il demonio, non per Gesù Cristo!
Platone diceva che “l’amore è una calamita d’amore”, e Seneca ripeteva: “Se vuoi essere amato, ama”.
E Gesù che, morendo per gli uomini, sembra che sia impazzito per nostro amore, come dice san Gregorio Magno, come mai, dopo tanti segni d’amore, non è riuscito ad attirare i nostri cuori?
Come mai, pur amandoci tanto, non è ancora giunto a farsi amare da noi?
Gesù amabilissimo, oh se tutti gli uomini ti amassero! Tu sei un Dio degno di un amore infinito. Povero mio Signore, permettimi di chiamarti così, tu sei così amabile, hai fatto e patito tanto per essere amato dagli uomini, ma quanti sono poi quelli che ti amano? Li vedo quasi tutti occupati ad amare i parenti, gli amici, le ricchezze, gli onori, i piaceri, perfino gli animali: ma quanti sono quelli che amano te, amabile infinito?
O Dio, sono troppo pochi; ma tra questi pochi voglio esserci io, misero peccatore. Io pure un tempo ti ho offeso, amando il fango e allontanandomi da te. Ma ora ti amo, ti stimo più di ogni bene e voglio amare solo te. Gesù mio, perdonami e soccorrimi.
(da L’Amore delle Anime, XVI, 5).