9 aprile – Tempo di Pasqua 2 – Intorno al Risorto
Il Signore è risorto come aveva predetto: rallegriamoci tutti ed esultiamo, perché egli regna in eterno (MR).
• Dove vai, o Maria Maddalena, in compagnia delle pie donne? Dove vi recate con questo passo svelto? Andate verso il sepolcro. Arrivate là ed ecco: la terra trema, il sepolcro si apre, un angelo appare… Gesù non è più là: è risorto come aveva detto… Voi cercate morto Colui che è vivo…
Eccomi ai tuoi piedi, o mio Gesù… ti vedo anch’io risorto! Sei risorto e non morrai più… sei beato per l’eternità: mai più ti apparirà l’ombra di una sofferenza… Sei collocato in modo irremovibile nella più alta felicità… O mio Dio, anch’io sono beato perché tu sei beato… Senza dubbio io voglio essere beato, essere un giorno insieme a te in cielo; però, mio Dio, c’è qualcosa che vale di più della mia beatitudine: è la tua…; la beatitudine del cielo consiste nell’amarti e nel vederti beato…
Nella tua risurrezione, nella tua felicità infinita ed eterna, io ho una sorgente di felicità inesauribile, una base di felicità che niente può togliermi… Io posseggo per 1’eternità l’essenziale di ciò che costituisce la mia felicità… un bene che sorpassa ogni altro bene, il più desiderato dei miei desideri, ciò che è la sostanza della felicità degli angeli e dei santi, ciò che farà… della mia vita un cielo… alla sola ed unica condizione che io ti ami!
(C. De Foucauld, Sulle feste dell’anno, Op. sp. p 302‑G)
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• O Gesù, risuscitando dai morti per divina potenza apristi a noi l’eternità e ci insegnasti le vie della vita… Prima che agli altri, apparisti alle timide donne: l’affetto della loro intensa devozione lo meritava. Successivamente ti facesti vedere da Pietro, dai due discepoli sulla via di Emmaus, dagli Apostoli radunati… Così per quaranta giorni apparendo in molte guise, e con loro mangiando e bevendo, ci illuminasti nella fede, ci sollevasti alla speranza, per accenderci finalmente nell’amore…
Beatissimi gli occhi che ti videro, o Signore! Ma felice sarò anch’io se un giorno potrò vedere la tua chiarezza più lucente del sole.
(cf S. Bonaventura, Il legno della vita 34‑35, Op. mist. p 113‑4)
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da “Intimità divina”
Roma 1992