2. Gesù, nostra speranza
Gesù è l’unica speranza della nostra salvezza: al di fuori di lui in nessun altro c’è salvezza (At 4,12). Egli dice: Io sono l’unica porta, e chi entrerà attraverso di me troverà certamente la vita eterna: Io sono la porta; se uno entra attraverso di me sarà salvo (Gv 10,9).
Qual peccatore avrebbe mai potuto sperare il perdono, se Gesù non avesse placato per noi la divina giustizia con il suo sangue e la sua morte? Egli si addosserà le loro iniquità (Is 53,11). Quindi l’Apostolo ci fa coraggio dicendo: Se il sangue dei capri e dei vitelli sacrificati toglieva negli Ebrei le macchie esteriori del corpo, affinché potessero essere ammessi ai sacri ministeri, quanto più il sangue di Gesù Cristo, il quale per amore si è offerto a espiare per noi, toglierà i peccati dalle nostre anime, perché possiamo servire il nostro sommo Dio! (cf. Eb 9,13-14).
Il nostro amoroso Redentore, che era venuto nel mondo per salvare i peccatori, vedendo la sentenza di condanna per le nostre colpe già scritta contro di noi, cosa fece? Egli con la sua morte scontò la pena a noi dovuta e, per cancellare con il suo sangue il decreto di condanna, Dio lo affisse alla croce, sulla quale morì: Annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli, egli lo tolse di mezzo inchiodandolo alla croce (Col 2,14).
Cristo… entrò una volta per sempre nel santuario… dopo averci ottenuto una redenzione eterna (Eb 9,12). Gesù mio, se tu non avessi trovato questo modo per ottenerci il perdono, chi avrebbe potuto trovarlo? A ragione Davide esclamava: Annunciate tra i popoli le invenzioni d’amore del nostro Dio (Sal 9,12 Vg), da lui adoperate per salvarci. Giacché dunque, dolce Salvatore, mi hai amato tanto, abbi pietà di me. Con la tua morte tu mi hai riscattato dal potere del demonio; io consegno la mia anima nelle tue mani: salvala.
(da Amore delle Anime, XIV, 1).