Una crociata contro lo strozzinaggio

Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
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. Una crociata contro lo strozzinaggio.

Una crociata contro lo strozzinaggio
Strascico non ultimo della carestia perdurava lo strozzinaggio nei contratti e l’usura che dissanguava le famiglie. Il Santo si affliggeva, nota il suo biografo, pel “monopolio espresso e tacito che per i prezzi alterati rilevò nei possessori o ricettatori dei grani”. Indomito avversò questo “mercato nero” o “borsa nera”, come diciamo con frase moderna.
Non avendo una competenza tecnica per regolarsi con esatta valutazione interrogò l’Abate Antonio Genovesi (1712-1769), che sin dal 1754 ricopriva a Napoli la prima cattedra di economia istituita in Europa. L’illustre professore stampò nel 1765 le Lezioni di commercio, ove tratta della moneta, del cambio, credito e interesse: col suo senso pratico ebbe notevoli intuizioni e anticipazioni circa l’agricoltura fonte di ricchezza e la libertà commerciale.
Sant’Alfonso conosceva il Genovesi e ne apprezzava il sapere economico, pur censurandone l’anticurialismo giannoniano e certe idee illuministe sparse nell’opera De iure et ofciis epitome..Nel 1756 nella Breve dissertazione contro i materialisti e deisti raccomandava la dotta Metafisica di lui, e pubblicato nel 1759 il Gran mezzo della preghiera, gliene inviò in omaggio un esemplare, che l’economista menzionò nelle Lettere filosofiche ad un amico provinciale, edite nel medesimo anno.
Peccato che sia andata, come sembra, smarrita la corrispondenza epistolare tra il grande moralista e il professore che riscuoteva applausi nelle aule universitarie pel suo nuovo insegnamento! Se si scoprissero tali lettere, avremmo sotto gli occhi una pagina di storia d’indiscusso valore.
Comunque, il Santo accolse i suggerimenti di Genovesi e vagliatili sulla bilancia della teologia morale incaricò i predicatori di combattere dal pulpito gli esosi incettatori con sodi argomenti.

Giovanni Getto scriveva nel 1946 a proposito dell’ opera svolta dal Liguori nel periodo della carestia: “In tutta questa attività sant’Alfonso ci appare nella luce dei grandi vescovi dell’ antichità, le cui figure significative non solo nella storia della Chiesa, ma anche in quella tanto più uniforme e oscura e dimenticata delle povere popolazioni affamate di pane e di giustizia, s’innalzano insostituibili ed essenziali in quella missione di difensori e di pacificatori che avevamo dimenticato, e che solo la tragedia di questi anni di angoscia in cui viviamo, con l’istintivo conforto di questa e di quell’età, ci ha talora richiamato suggestivamente alla memoria, ridonandoci il senso vivo di quella loro perenne e vitale funzione”.
(Oreste Gregorio in Monsignore si diverte, pp. 63-64).

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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
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Testa di S. Alfonso in Frosinone, Casa redentorista.

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Profilo della statua di S. Alfonso nel Monastero OSSR di S. Agata su un dèpliant.