Preghiere 87


27 marzo – Quar.35 – Nel segno della croce
Dio onnipotente ed eterno, tu nell’albero della croce hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita (MR).

• O potenza ammirabile della croce! O gloria ineffabile della passione! … Hai attirato, o Signore, ogni cosa a te. Mentre stendeví per tutto il giorno le tue mani a un popolo ribelle e ricalcitrante, il mondo tutto avverti di dover confessare la tua maestà…
Hai attirato, o Signore, tutto a te… La tua croce è fonte di ogni benedizione; è causa di tutte le grazie; per essa i credenti attingono forza dalla debolezza, gloria dall’obbrobrio, vita dalla morte…
La sola oblazione del corpo e del sangue tuo sostituisce con molta più perfezione tutte le vittime… perché tu sei il vero « Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo ». Così contieni e perfezioni in te tutti i misteri perché ci sia un sol regno, costituito da tutte le genti, come uno solo è il sacrificio che sostituisce tutte le vittime.
(S. Leone Magno, Sermo 59, 7).

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• Signore, dammi la tua Croce: per la moltitudine delle miserie mie, delle misericordie tue, per il tuo Calvario, per la tua carità crocifissa, per la tua Passione lunga quanto il tempo. Donami, o Signore Gesù, la tua Croce, quella invisibile che abbraccia tutto il tempo e tutta l’eternità, quella che è fatta di carità crocifissa, che si imprime nell’anima e ne costituisce la vita.
Signore, sono schiacciato e distrutto dal peso della mia miseria, mi sento nulla, mi sento miseria soltanto, e tu imprimi su questa miseria il tuo segno adorabile… Signore, soltanto la tua Croce: viverla ogni momento, sentirla in ogni cosa, trovarla in ogni pensiero. Gesù, che io non possa più vivere senza pensare a te Crocifisso; che la tua Croce sia la dimora abituale dell’anima mia, il luogo della mia pace.
(G. Canovai, Suscipe Domine p 361‑2)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Signor mio Gesù Cristo, io adoro le tue piaghe, ti ringrazio di averle per me sofferte con tanto dolore e con tanto amore - Per le piaghe che soffristi, Gesù mio, con tanto amore e con tanto tuo dolore: abbi, o Dio, di me pietà. (S. Alfonso).