26. Giuseppe e Maria vanno a Betlemme
Anche Giuseppe partì… per farsi registrare insieme con Maria, sua promessa sposa, la quale era incinta (Lc 2,4-5). Dio aveva decretato che suo Figlio nascesse non nella casa di Giuseppe, ma in una grotta e stalla per animali, nel modo più povero e penoso che ci possa essere per un bambino. Cesare Augusto pubblicò un editto, ordinando che ognuno andasse a farsi registrare nella propria città di origine.
Nell’udire quest’ordine, Giuseppe si mise in agitazione, nel dubbio se lasciare o portare con sé la Vergine Madre, che era ormai vicina al parto. “Sposa mia, le dice, io non voglio lasciarti sola; ma se ti porto con me in questo viaggio così lungo e in una stagione così rigida, dovrai soffrire molto. La mia povertà non mi permette di portarti con quella comodità che si dovrebbe”.
Ma Maria gli fa animo, dicendogli: “Giuseppe mio, io verrò con te; non temere, il Signore ci assisterà”. Per divina disposizione e perché conosceva bene la profezia di Michea, Lei sapeva che il divino Bambino doveva nascere a Betlemme. Perciò prende le fasce e gli altri poveri panni che aveva preparati, e parte con Giuseppe: Anche Giuseppe partì… per farsi registrare insieme con Maria.
A questo punto consideriamo i devoti e santi discorsi che lungo il viaggio dovettero fare questi santi sposi sulla misericordia, sulla bontà e sull’amore del Verbo divino, che tra poco sarebbe nato e apparso sulla terra per la salvezza degli uomini. Possiamo quindi immaginare le lodi, le benedizioni, i ringraziamenti, gli atti di umiltà e di amore che fecero per la via questi due grandi pellegrini. La santa Vergine, che era vicina al parto, certamente soffriva molto nel fare un cammino così lungo e su sentieri impraticabili, nella stagione invernale; ma soffriva in pace e con amore. Offriva a Dio le sue sofferenze, unendole a quelle di Gesù, che teneva nel seno.
Uniamoci a Maria e Giuseppe, e con essi accompagniamo il Re del cielo, che va a nascere in una spelonca e ad apparire nel mondo in veste di bambino, il più povero ed abbandonato che mai sia nato tra gli uomini. E preghiamo Gesù, Maria e Giuseppe che, per il merito delle pene da essi sofferte in quel viaggio, ci accompagnino nel viaggio che noi stiamo facendo verso l’eternità. Beati noi, se in vita e in morte ci accompagneremo a questi tre grandi personaggi e saremo sempre accompagnati da loro!
Preghiera
Caro Redentore, in questo viaggio ti accompagnano a schiere gli angeli del cielo ma, sulla terra, chi ti accompagna? Hai con te soltanto Giuseppe e Maria, che ti porta con sé. Gesù mio, lascia che ti accompagni anch’io. Misero e ingrato che sono stato! Ora conosco il torto che ti ho fatto: tu sei disceso dal cielo per farti mio compagno in terra, ed io ingrato tante volte ti ho offeso e abbandonato. Per i miei piaceri maledetti mi sono separato da te, rinunciando alla tua amicizia. Ma tu sei venuto per perdonare. Dunque perdonami, giacché io mi pento con tutta l’anima di averti voltato le spalle e abbandonato. Propongo e spero con la tua grazia di non lasciarti più e di non separarmi più da te, unico mio amore. […]
Maria Santissima, vengo ad accompagnarti in questo viaggio e tu, Madre mia, non cessare di assistermi nel viaggio che sto facendo verso l’eternità. Assistimi sempre, specialmente quando sarò in fin di vita, vicino al momento da cui dipende lo stare sempre con te ad amare Gesù in paradiso, o lo stare sempre lontano da te a odiare Gesù nell’inferno. Regina mia, salvami con la tua intercessione. Ottienimi di amare sempre te e Gesù, nel tempo e nell’eternità. Tu sei la mia speranza, da te tutto spero.
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da Novena del Santo Natale, Novena, 9.