6 – Venerabile Giuseppe Amando Passerat
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.
Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium
- Nascita = 30-apr-1772
- Morte = 30-ott-1858
- Professione Temporanea = 13-nov-1796
- Professione Perpetua = 13-nov-1796
- Sacerdote = 15-apr-1797
- Eroicità Virtù = 29 apr- 1980
Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Il Venerabile Giuseppe Amando Passerat, da tutti soprannominato il Grande Orante, nacque a Joinville, nel territorio dei Lingoni, il 30 aprile del 1762. Dal giorno in cui fece parte del gruppo dei seminaristi, si distinse, sempre più, per ingegno e diligenza non si trovò mai uno simile a lui per pietà.
Uscito dalla fanciullezza, decise di recarsi a Parigi per seguire gli studi di teologia e di filosofia, ma sconvolgimenti pubblici lo distolsero.
Arruolato a forza, cambiò la condotta esterna, non l’animo. Non abbandonò mai l’idea di farsi sacerdote e, tra i divertimenti e i canti licenziosi dei soldati, si elevava, con preghiere continue, a Dio.
Così aveva trascorso due anni quando, colta l’occasione per fuggire, prese a percorrere molte città della Germania nel tentativo di riprendere gli studi interrotti.
Quando in una città vedeva diffondersi gli errori di Febronio, subito, scossa la polvere dai piedi, si rifugiava in un altra. Si stabilì infine ad Augusta dei Vindelici (oggi Augsburg) dove, affabilmente accolto dai Padri della Compagnia di Gesù, affrontò il biennio di teologia. Ma anche da qui, divampando la rivolta dei traditori, fu cacciato via. Allora si ritirò nel ginnasio di Wurtburg.
Di qui, allorché apprese che il Clemente M. Hofbauer aveva felicemente trapiantato nelle religioni settentrionali le basi dell’Istituto di S. Alfonso, subito si recò a Varsavia. Venne accolto con gioia da Clemente per le sue capacità e iniziò la vita liguorina, dandosi con tutte le forze all’acquisto delle virtù vivamente desiderate dal santo padre S. Alfonso guardavato da tutti come modello.
Di qui gli venne quella meravigliosa pratica della preghiera che, finché visse, divenne la sua naturale caratteristica.
Dopo quattro mesi di prova, il 13 novembre 1796 emise i voti e l’anno dopo celebrò per la prima volta la Messa. Successivamente, ricevuti incarichi abbastanza impegnativi, non deluse l’attesa riposta in lui.
Molto e dolorosamente ebbe a patire per la situazione politica; tuttavia tutto sopportò finché, verso la fine del 1820, essendo Clemente Hofbauer passato a miglior vita, gli fu affidato l’incarico di Vicario generale per le regioni Transalpine. Assolse a questo incarico così bene che la sua saggezza è divenuta proverbiale. Sotto la sua guida, infatti, la famiglia liguorina aumentò sorprendentemente e si diffuse non solo in Europa, ma anche nelle lontane regioni dell’America.
Ma ormai le sue forze venivano meno per tante fatiche e avversità e l’otto giugno del 1858, dopo aver rinunciato all’incarico di vicario, da Vienna si portò a Bruges in Belgio non per amore della tranquillità, ma per il desiderio del raccoglimento interrotto.
Colpito da apoplessia, fu trasportato a Tours, dove passò otto giorni in lunghe preghiere, finché, avvicinandosi la morte, con gli occhi levati al cielo il 30 ottobre del 1858, emise la sua dolcissima anima.